Milano-Bicocca seconda università italiana nella qualità della ricerca
L’Università di Milano-Bicocca si posiziona al secondo posto del raggruppamento grandi atenei (per numero di soggetti valutati) nel primo Rapporto della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) per il periodo 2004-2010 presentato a Roma presso la sede dell’Anvur (lAgenzia nazionale per la valutazione dellUniversità e della Ricerca). In particolare, in 6 aree di ricerca valutate sulle 14 complessive l’Ateneo si posiziona nelle prime sei posizioni e in una si posiziona al primo posto. Le aree in cui l’Ateneo si posiziona meglio sono: Scienze matematiche e informatiche, Scienze chimiche, Scienze biologiche, Scienze dell’Antichità filologico-letterarie e artistiche, Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche, Scienze giuridiche. L’area in cui si posiziona al primo posto è Scienze politiche e sociali.Tra i dipartimenti del segmento medio (sempre per numero di prodotti della ricerca valutati), quello di Scienza dei Materiali si classifica al primo posto per la fisica e al secondo per la chimica. Tra i dipartimento del segmento grande, quello di Sociologia si classifica al terzo posto. Come scrivono gli analisti nel rapporto dell’Anvur dedicato allUniversità di Milano-Bicocca: «Lindicatore R (che rappresenta la percentuale di prodotti valutati eccellenti, NdR) è superiore a uno in tutte le Aree tranne quella di Ingegneria industriale e dellinformazione, mostrando che la valutazione media è superiore alla media nazionale di Area». «L’Università di Milano-Bicocca dice il rettore Marcello Fontanesi, commentando i dati ha puntato sin dall’inizio sulla buona qualità della ricerca perché eravamo convinti che un buon livello della ricerca fosse il presupposto di un buon livello dellinsegnamento, del trasferimento tecnologico e del rapporto con le imprese. Siamo nati nel 1998 e a quindici anni di distanza il risultato della Valutazione Anvur dimostra che abbiamo seguito la strada giusta. Questi risultati sono il frutto di più fattori: investimento sulle infrastrutture, sulle strutture per la ricerca, sul capitale umano e sulla capacità di attirare finanziamenti per i progetti di ricerca».