RICERCA
Eutelsat lavora al rilancio del settore tv italiano
Eutelsat “assicura il massimo impegno al fianco dei propri partner del mondo del broadcast italiano al fine di elaborare una strategia per il rilancio del settore televisivo nazionale, in un momento segnato da grandi trasformazioni che riguardano il sistema delle comunicazioni, il mercato e i consumi”. Con queste parole, pronunciate in occasione del convegno internazionale “Televisioni e Culture” promosso dalla Fondazione Grassi e dalla Fondazione Corriere della Sera, l’amministratore delegato di Eutelsat Italia Renato Farina ha espresso la posizione dell’azienda nel contesto della rivoluzione in atto nel mercato dei contenuti televisivi digitali. Il mercato televisivo italiano, così come quello internazionale, sta vivendo un momento di grande trasformazione con l’avvento di nuove importanti tecnologie.
In Italia 13,3% forza lavoro da aziende “green”
Il mercato del lavoro italiano (sia privato che pubblico) conta al momento oltre tre milioni di dipendenti di imprese “verdi”, il 13,3% dell’occupazione complessiva nazionale. Sempre in Italia delle circa 117.000 nuove imprese “vere” (ovvero non frutto di trasformazioni, scorpori, separazioni o filiazioni) nate nel primo semestre 2013, quasi 33.000 (28%) hanno investito in prodotti e tecnologie ambientali. Questi alcuni dei dati emersi dal Rapporto annuale di Unioncamere e Fondazione Symbola “GreenItaly 2013. Nutrire il futuro” presentato presso la sede di Expo 2015. Sempre secondo quanto emerso dal rapporto, arrivato alla sua quarta edizione, le startup che fin dall’inizio della loro storia aziendale adottano approcci sostenibili creano maggiori spazi per assunzioni di personale: il 21,3% delle startup nate nel primo semestre del 2013 che realizzano eco-investimenti prevede infatti un aumento del personale nei successivi 12 mesi.
Uno studio lombardo rivela le tecniche di costruzione di uno Stradivari di tre secoli fa
Raggi ultravioletti, raggi X e, persino, la tecnica di datazione che si usa per gli alberi, la dendrocronologia. È il mix di tecniche non invasive utilizzato per far luce sulla composizione e le caratteristiche della tavola armonica di un violino costruito da Antonio Stradivari circa tra secoli fa. La ricerca, realizzata dal Laboratorio Arvedi dell’Università degli Studi di Pavia, in collaborazione con il Centro Universitario per le Datazioni dellUniversità di Milano-Bicocca e il Dipartimento di Fisica dellUniversità Statale di Milano è stata pubblicata di recente sulla rivista Applied Physics A. La tavola Stradivari appartiene all’inglese Charles Beare, uno dei più noti esperti di violini a livello mondiale, che l’ha messa a disposizione grazie alla partnership di ricerca avviata con la Fondazione Antonio Stradivari Museo del Violino di Cremona e la Civica Scuola di Liuteria di Milano.
Milano-Bicocca seconda università italiana nella qualità della ricerca
L’Università di Milano-Bicocca si posiziona al secondo posto del raggruppamento grandi atenei (per numero di soggetti valutati) nel primo Rapporto della Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) per il periodo 2004-2010 presentato a Roma presso la sede dell’Anvur (lAgenzia nazionale per la valutazione dellUniversità e della Ricerca). In particolare, in 6 aree di ricerca valutate sulle 14 complessive l’Ateneo si posiziona nelle prime sei posizioni e in una si posiziona al primo posto. Le aree in cui l’Ateneo si posiziona meglio sono: Scienze matematiche e informatiche, Scienze chimiche, Scienze biologiche, Scienze dell’Antichità filologico-letterarie e artistiche, Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche, Scienze giuridiche. L’area in cui si posiziona al primo posto è Scienze politiche e sociali.
Benzina troppo alta? Vacanze più vicino
L’Università Bicocca guadagna prestigio
L’Università di Milano-Bicocca sale nella classifica mondiale Times Higher Education 100 under 50, dedicata alle 100 università con meno di 50 anni di attività, passando dal 25° al 23° posto. Il ranking utilizza gli stessi 13 indicatori generali della Top 400 World Universities Rankings, che includono insegnamento, ricerca, trasferimento tecnologico e internazionalizzazione ma è ricalibrato per riflettere al meglio le caratteristiche delle giovani università, con meno peso agli indicatori di reputazione che tendono a premiare le istituzioni più grandi e antiche e più importanza agli indicatori oggettivi.